domenica 3 settembre 2006

Gli affari di Ahmadinejad

La NIORDC (National Iranian Oil Refining and Distribution Company) e la cinese Sinopec hanno siglato un accordo per aumentare la capacità estrattiva dalla raffineria di Arak, nell’Iran centrale. La produzione dovrebbe passare da 150mila a 250mila barili al giorno. L’accordo consentirà inoltre l’incremento nella produzione di gas.
Passa invece un po’ più inosservato il fatto che lo stabilimento di Arak produca anche “acqua pesante”, necessaria nel processo di produzione di energia nucleare.
L’asse Pechino-Teheran continua dunque a produrre affari: la Cina si procura l’energia che le serve per sostenere lo sviluppo e l’Iran – alla ricerca di alleanze economiche a volte mascherate da condivisioni politiche – riesce a imbellettare l’unico settore industriale che davvero gli serve.
In più, Ahmadinejad non disdegna affari immobiliari in Tanzania, dove conta di sostenere anche investimenti nel settore agricolo. Il ministro tanzanese non ha mancato di ringraziare il munifico investitore affermando che “i grandi poteri mondiali ritengono che il progresso scientifico e tecnologico sia un loro monopolio, negando ad altri paesi il diritto di sviluppo che è loro proprio”.

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