giovedì 30 novembre 2006

L'oppio e l'Afghanistan

La coltivazione dell’oppio in Afghanistan continua a rappresentare la più importante fonte di reddito del paese. Nell’anno in corso la coltivazione è aumentata del 60% e la produzione del 50%. L’oppio continua a essere anche la prima causa di omicidi: ben 4000 soltanto quest’anno.

Il fumo bandito in Arabia Saudita

In Arabia Saudita il ministro della sanità ha pensato bene di imporre alle multinazionali produttrici e distributrici di tabacco di far loro pagare tutti i costi per il trattamento sanitario dei pazienti affetti da malattie connesse con il fumo. Nel caso in cui ciò non avvenga, lo stesso ministro è pronto a citare in giudizio le società. In Arabia Saudita si spendono circa 1,3 miliardi di dollari l’anno per il tabacco e i prodotti da fumo.
Non si tratta di una posizione isolata ed estemporanea del governo saudita. È notizia di poco più di due mesi fa il bando del narghilè nella città di Jeddah, la seconda città del regno e probabilmente la più popolata dagli stranieri, vista l’esuberanza economica. Si calcola che oltre 300 caffè siano interessati dal provvedimento: non è cosa da poco se si pensa che dal fumo del narghilè arriva più del 50% dei guadagni di questi caffè.

mercoledì 29 novembre 2006

McDonald's brevetta l'hamburger

Sulla prima pagina del quotidiano Finanza Mercati di ieri 28 novembre, campeggiava al centro una notizia a dir poco fondamentale nella storia del consumismo occidentale. McDonald's ha brevettato il Big Mac! In "55 pagine fitte fitte con tanto di disegni per spiegare come si prepara ... La multinazionale ha depositato il suo metodo esclusivo negli USA e in Europa dove mira a uniformare ancora di più i cibi venduti nei propri ristoranti: dalla forma del panino alla disposizione del pomodoro al suo interno. Tuttavia, McDonald's precisa che il brevetto non è inteso a vietare ad altri di preparare gli hamburger con sistemi già in uso". E meno male!

martedì 28 novembre 2006

Illy vs. Starbucks?

Illy caffè riuscirà a sfondare negli USA e a far conoscere agli americani il vero caffè? Riuscirà l’espresso denso, fortemente aromatico e cremoso che tutti noi più o meno conosciamo a far dimenticare agli americani i beveroni marroncini che si ostinano a chaimare “coffee”?
C’è una speranza e si chiama Andrea Illy, il capoazienda dell’omonima produttrice, torrefattrice e distributrice di caffè triestina. Nei piani della Illy infatti ci sono centinaia di negozi (“Espressamente”) da aprire in franchising; per adesso lo sbarco sul terreno di caccia del colosso di Seattle avverrà soltanto in Europa e Asia. Alcuni negozi apriranno però anche a New York, per testare il livello di confidenza del pubblico americano con il nuovo approccio. Intanto Business Week dedica all'Illy un'interessante pagina.
Gli orizzonti successivi si allargheranno sui paesi asiatici, dove la penetrazione è già in parte iniziata in India. E intanto i profitti crescono.

Metti una banana nel motore

La notizia viene dal Costarica, una delle mecche dei signori della frutta come Dole e Chiquita. È qui che tonnellate e tonnellate di banane lasciano i Caraibi per ornare i nostri tavoli e soddisfare le nostre voglie (alimentari). In un periodo nel quale si cercano fonti alternative di energia, quindi, anche i “resti” organici delle banane sono preziosi per produrre carburante. In passato erano usati come fertilizzante evoluto: lo testimonia anche un’interessante lettura dal sito della Chiquita. Ora, invece, una società tedesca si mostra interessata a testare l’idea di Mario Araya, che ha già sperimentato in Svizzera la novità. Il Costarica crede talmente tanto nel futuro verde-giallo dell’energia che ritiene di poter far fronte a breve ai bisogni energetici dei propri automobilisti.
In Ecuador intanto scommettere sul prezzo delle banane è una vera e propria lotteria. Certo, i prezzi sono ben diversi dai nostri: con pochi dollari ci si può portar via un’intera cassa. Chissà quanti pieni sarebbe possibile fare.

lunedì 27 novembre 2006

La cina sempre a caccia di petrolio

Sinopec, già famosa per girare il mondo insieme alla CNOOC (China National Offshore Oil Corp.) alla ricerca di petrolio, sta per chiudere un piccolo e grazioso contrattino di fornitura di 25 anni con il Ministero del petrolio iraniano. Il contratto varrebbe la cifra di 100 miliardi di dollari. L’accordo prevede non solo la fornitura di 150mila barili al giorno, ma anche 250 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto. Insomma un affarino mica da ridere. Intanto in Italia, ogni volta che si parla di gas, mille teste si scuotono all’unisono. Purtroppo nel breve-medio termine, non ci sono alternative valide all’energia tradizionale.

domenica 26 novembre 2006

"Citizen Kane" vuole il quotidiano

Interessante articolo del sempre attento Massimo Gaggi sul Corsera di venerdì scorso 24. Nuove schiere di miliardari si apprestano a conquistare i quotidiani USA. Di seguito un breve stralcio: "Ma ora c' è una novità: mentre gli investitori di Borsa e le grandi corporation prendono il largo, si fanno avanti alcuni miliardari che dicono di voler comprare un giornale per difendere il ruolo civico della stampa, non per fare soldi".
Qui invece il link all'articolo intero.
Orson Welles nel 1941 aveva già detto tutto.

La Cina ha bisogno di grano

I cinesi hanno imparato a fare il pane e necessitano della materia prima? No, figurarsi. Necessitano del cereale per far fronte a una crescente domanda industriale che tramuterebbe il grano in carburante o lo utilizzerebbe come mangime per gli animali. E nonostante sia da anni uno dei maggiori produttori di grano, la Cina ne ha importato nei primi mesi del 2006 ben 60.000 tonnellate. Intanto, come al solito quando si parla di Cina (e non soltanto, in realtà), il problema della produzione di grano è legata a quella dell’energia: la Cina si è riconvertita al grano dopo l’aumento dei prezzi del petrolio. Questa riconversione, probabilmente, costerà un uso/abuso delle risorse idriche – già in drastico calo – nel paese. Lo dice un’interessante pagina del sito del WWF.

sabato 25 novembre 2006

La fondazione della Tamaro

Leggo con interesse poche righe tratte dalle pagine culturali de La Repubblica del 23 novembre scorso:
"La Tamaro ha creato a Zurigo la fondazione Tamaro per gestire a fini umanitari i diritti d'autore ricavati dalla vendita delle sue opere nell'ambito della fondazione Limmat. Quest'ultima è uno dei bracci finanziari dell'Opus Dei. Creatura di Arthur Wiederkehr, avvocato-finanziere
, gnomo svizzero di Zurigo citato negli atti dello scandalo Calvi-Ambrosiano."
Queste righe erano alla fine di un articolo di due pagine sul nuovo libro di Ferruccio Pinotti "La vita segreta dell'Opus Dei" (Rizzoli).
A parte la banale considerazione che "il più sporco c'ha la rogna" (come si dice a Roma), è interessante notare che lo gnomo nominato entra direttamente o indirettamente in molte storie italiane:
come esponente di punta dell'Opus Dei (appunto), ma anche nel crac Federconsorzi come persona informata dei fatti.