giovedì 28 giugno 2007

Starbucks e l'Etiopia


La notizia è ormai vecchia di qualche giorno, ma mi interessava farla comparire qui. Un accordo fra una multinazionale del caffè e uno stato sovrano non è una notizia che possa passare inosservata.
In fin dei conti, l'intesa non è costata molto a Starbucks: raddoppio della quantità di caffè comprata da uno dei maggiori stati produttori, partecipazione economica alla concessione di micro-crediti e ampliamento delle qualità di caffè del tipo "arabica" offerte sul mercato. Insomma, sembra uno di quegli accordi win-win, in cui tutti vincono. Le intenzioni, dettate da superiori interessi economici per entrambe le parti, sembrano poter reggere al passare del tempo. Vedremo.

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mercoledì 27 giugno 2007

E' tempo di mozzarella da Starbucks


Nuovi piatti amplieranno il menù alla caffeina della catena di Seattle: sono in arrivo sul tavolo degli avventori insalate pomodoro e mozzarella, pasta con carne, insalata di pollo in salsa Thai, insalata di tonno. I menù potranno variare in ragione delle diverse località e abitudini alimentari: pollo al curry con couscous, insalata di pasta allo champagne, noodles di sesamo.
Ma anche il tradizionale reparto bibite vede arrivare novità: un mocha frappuccino ai lamponi e un mocha frappè sempre ai lamponi. Queste due bevande non avranno particolari connotazioni geografiche, ma saranno servite in tutti i locali. Come dimenticare, allora, un interessante excursus sui sapori dell'estate di Starbucks (inclusi i nuovi, ovviamente)?
C'è però chi prevede problemi nell'oliato meccanismo produttivo/commerciale di Starbucks. Servire più piatti si traduce con maggiore quantità di spazzatura, file più lunghe alle casse, maggiore attenzione richiesta agli addetti. E ancora, significa aumentare i rischi di ritardi nelle consegne, alimentando i volumi del magazzino. Insomma, non esattamente ciò di cui ha bisogno Starbucks oggi. Intanto il titolo mostra timidi segni di risveglio (+1,40%).
Nonostante tutto, si continuano a scrivere libri sull'esperienza di business della multinazionale: qui un'autorecensione dell'autore di "The Starbucks experience".

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La guerra dell'acqua minerale


Accade in Cina dove la Danone, multinazionale francese dell'acqua minerale e dei cosiddetti "soft drinks", è pronta ad affrontare la guerra in tribunale contro Wahaha, suo partner commerciale fino a pochi mesi fa grazie a un contratto della durata di ben 11 anni.
Il guanto di sfida è lanciato dalla Danone che apre il fuoco, accusando Wahaha di vendere (illegalmente) copie delle proprie bevande. Risponde il fondatore di Wahaha, Zong Qinghou, definendo ridicola l'azione di Danone. Altre considerazioni, qui.
E' l'ennesima dimostrazione di come il successo di un mercato che non conosce pause possa solleticare appetiti finanziari inimmaginabili. Cercherò di seguire gli sviluppi di questa storia.

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martedì 26 giugno 2007

Londra acchiappa-società


Il mercato londinese dei servizi, si sa, attira capitali e persone. E' difficile però immaginare che il 50% delle società inglesi abbia proprietari esteri. Invece, non è soltanto un caso, ma un trend che ha visto trasformare nell'attuale 50% una percentuale che dieci anni fa era soltanto del 30%. Fondi pensione, fondi di private equity, insieme con sgravi fiscali mirati ai grandi operatori, hanno fatto la fortuna di avvocati e finanzieri londinesi.
C'è però un altro motivo, più nascosto e spesso ignorato: l'Inghilterra è la miglior testa di ponte verso i paradisi fiscali. Nessun paese del mondo industriale occidentale (perdonate la definizione forse anacronistica) come l'Inghilterra può vantare tanti trattati contro le doppie imposizioni con un gran numero di paradisi fiscali. Questi trattati rappresentano la chiave di volta per portare soldi all'estero e nasconderli legalmente alla tassazione nel paese in cui sono generati. Le isole di Jersey, Guernsey, Man, le Vergini Britanniche e le Cayman sono soltanto degli esempi. I tragitti monetari possono essere i più vari, esotici ed efficaci allo stesso tempo.

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Le città "gay-friendly" offrono maggiore sviluppo economico


E' il risultato, che in effetti non mi sorprende molto, di un accurato studio datato soltanto pochi mesi fa effettuato dal professor Richard Florida della George Mason University. Quello che il professor Florida chiama l'indice Bohemian-Gay mostra l'effetto sostanziale sulle attività economiche e reddito personale di quelle aree cittadine che accolgono più liberamente gli omosessuali. In più, in queste aree sarebbe particolarmente il mercato del lavoro. Lo studio prende in considerazione le cinque maggiori città "gay-friendly" negli USA: San Francisco, Seattle, Boston, Portland e Tampa. Non a caso, secondo lo studio, queste città sono anche centri nevralgici del mondo tecnologico.
Per comodità lo studio è scaricabile qui.

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Neanche Blogosfere ce la fa


Il colore dei soldi è un colore forte, magnetico, caldo. Anche l'ottimo Blogosfere cede all'aumento di capitale destinato all'ingresso de Il Sole 24 ore nel proprio azionariato: adesso il quotidiano di Confindustria possiede il 30% della piattaforma per bloggers.

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lunedì 25 giugno 2007

L'etica degli avvocati


Interessante articolo comparso sul Tampa Tribune, quotidiano edito in Florida. L'argomento è vecchio quasi come il mondo e riguarda la doppia fatturazione da parte degli avvocati delle stesse ore a clienti diversi. In pratica, si lavora un'ora e se ne fatturano due, scaricate su due clienti. Forse in paesi come il nostro il problema non è ancora molto sentito, perchè la tariffazione oraria è propria degli studi più grandi e con un'impronta anglosassone, ma il tema non può passare sotto silenzio, se sulla base di uno specifico sondaggio al riguardo, quasi la metà degli avvocati intervistati ha dichiarato di non trovare niente affatto riprovevole caricare su un cliente "X" il lavoro svolto durante i tempi morti di un viaggio aereo per motivi professionali, mentre lo stesso tempo di volo viene contemporaneamente caricato anche sul groppone del cliente "Y" per il quale il viaggio viene effettuato.

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Il cioccolatino più caro del mondo


Una confezione costa 250 dollari ed è prodotta dalla Knipschildt, cioccolateria del Connecticut. Il pezzo forte è un tartufo ricoperto di cioccolato e ripieno di una crema di cioccolato al latte. Il cacao utilizzato è un carissimo Valrhona. La Knipschildt accetta ordini per corrispondenza.

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domenica 24 giugno 2007

Liquori sporchi e soldi puliti

Due dei maggiori protagonisti del mondo - ricchissimo - delle bevande alcoliche, Diageo e Pernod Ricard (qui e qui per un'occhiata al lunghissimo elenco di marchi che gestiscono), devono difendersi da una pesante accusa davanti a un tribunale newyorkese: avrebbero consapevolmente venduto i loro liquori e bevande a società colombiane distributrici appartenenti a gruppi criminali che utilizzavano per tale acquisto denaro sporco, che risultava quindi opportunamente ripulito alla fine del processo di vendita e distribuzione. Secondo l'accusa, dipendenti delle due società effettuavano frequenti trasferte in Colombia per partecipare personalmente al processo di ripulitura.

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La Sicilia che piace agli inglesi


Bell'articolo sulla Sicilia comparso sul Guardian: un bello spot che mostra le bellezze di Noto, recentemente tornate alle cronache grazie alla conclusione dei lunghi restauri. Interessante notare, in fondo al pezzo, anche il considerevole numero di articoli (e relativi link) che il Guardian ha dedicato alla Sicilia negli ultimi anni.

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sabato 23 giugno 2007

Il caffè agita i sonni di Starbucks


Il titolo continua a precipitare nonostante le belle parole spese dagli esteti del "quanto è fico il titolo SBUX": quest'articolo dimostra come "Starbucks è bello, Starbucks è buono" e la chiude nell'ormai classica vittoria dell'esperienza piuttosto che del prodotto, spiegando i trucchi per vendere un cappuccino a 5 (dico 5) dollari. I fatti, nudi crudi e pertanto indigesti, dicono che nell'aprile del 2006 il prezzo di un'azione Starbucks toccava i 39,63; oggi il titolo chiude a 25,54, i minimi da due anni e mezzo ormai. Dallo scorso mese di ottobre una perdita del 33%. Che cosa succede? I costi delle materie prima aumentano e i margini si assottigliano proprio mentre la lenta crescita del volume delle vendite non può compensare. Certo, il costo del lavoro e degli immobili ci mette il carico; se poi aggiungiamo anche una concorrenza particolarmente agguerrita, il gioco al massacro è servito. La tempesta potrebbe non essere finita: qualche investitore si domanda se non sia il caso di rientrare negli acquisti, ma il titolo ha ancora un multiplo di 30 volte gli utili attesi. Un'enormità, anche per colossi come Starbucks.
Intanto, qualche insight da un ex-barista della catena di Seattle non guasta.

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venerdì 22 giugno 2007

Alitalia, gli altri e i cieli affollati


Mentre l'Alitalia continua la sua agonia in attesa di essere acquisita da nessuno, se non dalla solita cordata di banche pronte a comprare favori al governo di turno, nei cieli del mondo la fluidità regna sovrana, e con essa i problemi delle compagnie aeree. Oggi è il turno della JAL, la compagnia di bandiera giapponese, che ha annnunciato la soppressione di 4300 posti di lavoro, circa l'8% della forza lavoro. Tale procedimento, programmato per il 2010, è stato anticipato al 2009 per permettere alla società di tornare in utile, tagliando spese per oltre 400 milioni di dollari.

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giovedì 21 giugno 2007

Aumenta il costo della pizza negli USA


La "pizza industry" americana è preoccupata. La "block cheddar cheese", la tipica forma di formaggio, vede aumentare il proprio prezzo fino a raggiungere la cifra di 2.06 dollari a pezzo. Dalla fine del 2006, quando la quotazione toccava 1,33$, il prezzo è aumentato del 55%. La "block cheddar cheese" è il parametro di riferimento per il prezzo dei formaggi negli USA: in pratica anche il prezzo della mozzarella usata per la preparazione della pizza risente dell'aumento. Per le grandi catene aumenti simili significano costi impazziti. Pizza Hut per esempio usa circa 136 tonnellate di formaggio l'anno è un aumento simile non può non riflettersi sui prezzi al consumatore: già adesso si comincia a giocare sul rapporto condimento extra/meno formaggio.
Due le cause principali dell'aumento dei prezzi. La prima vede nella Cina la solita colpevole: insieme con la Russia infatti guida una crescente domanda di prodotti caesari e le "mucche" ne approfittano. La seconda è l'aumento del prezzo dei cereali che servono a far mangiare le mucche che producono il latte che serve per il formaggio (sembra un po' la storia di "per fare un albero ci vuole un fiore ...", ma funziona davvero così): beh, credeteci o no, il mercato dei cereali per uso commestibile umano e animale sta schizzando verso l'alto perchè sono sempre maggiori le superfici di terreno agricolo dedicate alla coltura di canna da zucchero per la produzione di etanolo. Servono circa 35 chili di cereale per produrre 10 litri di etanolo. Abbattiamo l'uso del petrolio, cancelliamo il carbone dalle nostre vite: intanto, mangiamo meno pizza.

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Il gusto amaro del cioccolato


Tutti i paesi ricchi di risorse naturali e soggetti a regimi più o meno autoritari, si scontrano prima o poi con guerre e maledizioni assortite. Non fa eccezione la Costa d'Avorio, primo produttore di cacao al mondo: la ricchezza dolce, portatrice di denaro, è infatti anche fonte e prima alimentatrice di conflitti. Lo dimostra il rapporto, lungo e dettagliato (scaricabile qui), della Global Witness, un'organizzazione non governativa specializzata nella lotta contro lo sfruttamento delle risorse naturali finalizzate alla corruzione e alla generazione di conflitti.
In Costa d'Avorio, la guerra civile è cominciata nel 2002 e una tregua sembra essere stata posta soltanto pochi mesi fa. Niente di più facile che una debole e instabile soluzione venga spazzata via e restituisca nuova linfa a lotte sanguinarie. Se in altre zone dell'Africa è stato il commercio di diamanti a finanziare i conflitti, in Costa d'Avorio tutto ruotava intorno al cacao, che fungeva da moneta di scambio per l'acquisto di armi. Primo attore protagonista in questo dramma è stato il governo, che avrebbe utilizzato ben venti milioni di euro provenienti dal commercio del cacao per dirottarli sulle forze armate del presidente e sulle azioni sanguinarie da queste compiute nel paese. A beneficiare dei proventi della materia prima erano anche i ribelli delle Forze Nuove che impnevano dazi sul trasporto dei baccelli nelle zone da loro occupate (generalmente, il nord dello stato africano). Il rapporto della Global Witness non si fa pregare e punta il dito accusatore anche contro i vertici locali dell'industria e contro le multinazionali produttrici di cioccolato. Alcune di queste ultime hanno sottratto fondi, sfruttando il silenzio che scatta inesorabile sulla filiera di produzione e sulla contabilità. E' il caso della Cocoa Sifca, appartenente al gruppo USA Adm, e della Dafci, che fa capo alla francese Bollorè.
Del rapporto hanno parlato Le Temps, la BBC l'Internazionale (anche nell'ultimo numero in edicola, purtroppo non disponibile sul web).

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martedì 19 giugno 2007

Quando si dice "il caffè è un'arte"

I 50 business blog più interessanti


Dal sito web del Times, un'interessante classifica dei 50 migliori business blog. E' una classifica come milioni, ma interessa la fonte piuttosto autorevole e l'oggetto: i blog più o meno professionali o caserecci, i blog che vivono dell'interesse di una persona o del lavoro di gruppi di giornalisti. Blog che possono influenzare anche le aziende, che hanno ritorni immediati e veri: tutto già detto e letto. A me questa classifica piace lo stesso.

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lunedì 18 giugno 2007

Hong Kong mira ad aumentare la popolazione


Hong Kong, non esattamente uno dei posti meno abitati del pianeta, vuole vedere crescere il numero di abitanti. In un posto in cui gli abitanti raggiungono il numero di 7 milioni, la densità abitativa raggiunge i 6.254 abitanti per km² e il tasso di fertilità è inferiore a 1 figlio per donna, il tutto appare qunto meno strano. Eppure il sindaco della città, Donald Tsang, afferma che l'incremento è necessario per far fronte alle sfide economiche che aspettano la città-stato ex-inglese.

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domenica 17 giugno 2007

Le tendenze del New York Times


L’inserto che lunedì scorso è comparso, come ogni settimana, con “la Repubblica” e che riprende, traducendoli, alcuni articoli del New York Times, mi ha suscitato alcune considerazioni.
In pratica è un elenco dei temi più caldi e sentiti a livello di “intellighenzia” ambientalista-socio-tecnologica.
In prima pagina, “I semi del futuro”, ovvero la manipolazione genetica in laboratorio, accompagnata – a fianco – da un’altra notizia biotech, “I microrganismi, una fonte per i biocarburanti” e, ancora a pagina 4, soluzioni alternative alle Hawaii per produrre energia dai raccolti agricoli.
In prima pagina mi colpisce anche il tema del gioco, in particolare quello del “sasso, carta, forbice”: a Las Vegas, una sorta di campionato USA.
Come può mancare l’attenzione sul mondo arabo? La selezione ci presenta un articolo sulle profughe irachene prostitute a Damasco, un viaggio nell’Islam radicale e uno, più dolce e turistico, a Il Cairo per sorseggiare un succo di canna da zucchero. Poteva mancare l’India? Tranquilli, un articolo c’è anche per il subcontinente: i contadini producono mattoni per far fronte allo sviluppo immobiliare.
Come fare a meno poi delle icone americane del marketing? Ed ecco serviti un articolo sulle difficoltà del marketing della Coca Cola e un altro sul sempre crescente successo dei negozi Apple (della serie “l’esperienza è prodotto”).
Per chi volesse leggere tutto l’inserto, qui è possibile scaricare il file pdf.

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venerdì 15 giugno 2007

La mobilità prossima ventura

Due interessanti pezzi dal sito Key4biz che mostrano le tendenze in atto tra il reale e il possibile.
La lotta per l'offerta di contenuti agli utenti di telefonia mobile è sempre più incandescente: poter contare su pubblicità specifiche e mirate sull'utente significa più soldi per l'operatore. Alcatel-Lucent, uno dei colossi dei prodotti per la telefonia e il networking, lancia una nuova piattaforma per la gestione e l'offerta dei contenuti. Gli operatori telefonici ringraziano sentitamente per il probabile aumento dei loro già ricchi incassi.

A Roma, nell'ambito del Workshop ‘Mobile Workspace: organizzare il lavoro in mobilità’, si è fatta sentire forte l'esigenza di trasformare il lavoro da un insieme di attività da svolgere in un determinato posto e in determinati orari in una creazione di valore che esula dal rispetto della timbratura e che vale per quello che è: la generazione di beni/servizi legati al ritmo della vita e non a quello della fabbrica/ufficio. Sempre più numerose sono infatti le applicazioni che cercano di spostare su tecnologie mobili le funzioni finora disponibili soltanto dalla scrivania del posto di lavoro. Speriamo bene!

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In Cina si uccide per il cybercafè, in South Carolina si uccide il computer


La notizia è riportata da decine di fonti sul web ed è indice di come ormai gira il mondo. Un ragazzino cinese uccide la madre e ferisce gravemente il padre per essersi visto rifiutare i soldi per il cybercafè. La tecnologia cambia e cambiano anche le modalità degli attacchi di panico. Quello che sorprende è che l'omicidio era studiato e programmato da oltre un mese e che il giovane assassino sperava di diventare da grande un politico o un economista: per prepararsi meglio aveva lasciato la scuola un anno prima.

In South Carolina, invece, si uccide il computer. Accade a Scranton, dove un uomo che scopre la moglie che chatta con un altro uomo, pensa bene di impugnare una calibro 40 (un bel bestione di pistola) e spara al pc, presumibilmente uccidendolo.

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giovedì 7 giugno 2007

Il caffè che fa girare il mondo ... persino in Cina


I cinesi bevono sempre più caffè, che punta ormai a un traguardo soltanto pochi anni fa impensabile: sostituire il tè come bevanda preferita del Celeste Impero. Per adesso, il consumo di caffè è soltanto un decimo di quello del tè, ma in passato, costumi e abitudini occidentali come bere appunto il caffè avrebbero persino potuto portare in prigione. Da qui un'assenza culturale della bevanda che è durata decenni. Non sembri troppo strano invece che anche in Cina si coltiva il caffè: la qualità del prodotto anzi aumenta in proporzione alla domanda e l'arabica della regione dello Yunnan è sempre più richiesta persino in Giappone. L'export cinese di caffè è aumentato del 40,8% nel primo trimestre dell'anno scorso, mentre l'import è calato, anche se di poco.
Intanto, negli USA, dietro gli ancora inarrivabili Starbucks e McDonald's (sì, anche il clown degli hamburger vende caffè e pure tanto. Incredibile, vero?) i piccoli spacciatori di caffeina cercano di crescere rubando qualche angolo all'oligopolio. Pensate che esiste addirittura una societàdi consulenza sul mondo del caffè e della sua distribuzione che si chiama Bellissimo Coffee InfoGroup. In questo lungo articolo, alcuni esempi delle guerre tra bar/catene/distributori di caffè e del clima che regna in un mercato ricco e alla moda come quello della bevanda più bevuta al mondo.

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lunedì 4 giugno 2007

A Milano, "insetti" con gli occhi lunghi

Ricordate? Ne parlavo poche settimane fa, a proposito della polizia urbana di Liverpool che aveva deciso di affidarsi ai malefici "insetti". Ora anche il Comune di Milano ne ha comprati due. Buona sorveglianza!

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domenica 3 giugno 2007

Il business del porno


Sembra proprio che in Australia godere del sesso sul web sia molto più che una semplice abitudine. Un sondaggio riscontra che, a fronte di un'educazione sessuale superlativa di cui gli australiani possono godere grazie alle meravigle telematiche, gli uomini lasciano raffreddare e anche dissolversi le relazioni sentimentali reali. Il racconto di una ventinovenne che trova tra i bookmarks del proprio compagno decine e decine di siti porno è l'esempio lampante di come il porno possa diventare una vera e propria dipendenza. Ma se nell'articolo prevalgono gli aspetti psicologici di un mondo che non sempre vive alla luce del sole, è sicuramente altrattanto interessante sapere che il porno fa girare montagne di soldini. Molti studi sono vecchi e cifre ufficiali ovviamente non ce ne sono, ma il business della pornografia generava nel 2001 un fatturato che superava i dieci miliardi di dollari soltanto negli USA. Nello stesso anno oltre un decimo di tutti gli acquisti online riguardavano articoli pornografici: in questo articolo e anche in quest'altro, alcune spiegazioni del perchè il web abbia contribuito a moltiplicare i profitti del settore. Per sviluppi più recenti un elenco di links dal sito di Businesss Week può risultare utile. Un numero può far riflettere: lo scorso mese di maggio l'indirizzo porn.com (il più cliccato al mondo, dopo il sex.com) è stato venduto per la somma di 9 milioni di dollari.

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I piatti preferiti di Taiwan


Finalmente una notizia davvero interessante dall'estremo oriente: in tema di gusti alimentari, al primo posto nelle preferenze dei taiwanesi c'è la frittata di ostriche. A seguire, il tè, non certo uno qualsiasi, ma il black pearl tea. Sul podio gastronomico anche i vermicelli di ostriche. E' questo il risultato di un sondaggio condotto nello stato, che ha rilevato anche come il 70% dei taiwanesi mangia fuori almeno una volta al giorno e spende per questo l'equivalente di circa 1500 dollari USA all'anno per famiglia.

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