giovedì 19 febbraio 2009

L'economia nel golfo Persiano

A Dubai le cose non vanno bene. La crisi mondiale e l'esplosione dei debiti colpisce duro chi conta(va) soltanto su servizi finanziari, immobiliare e turismo. Migliaia di manager che vantavano l'ambito status di "expat", con ricco corollario di SUV, appartamento pagato dal datore di lavoro, benefit e viaggi aerei pagati verso casa, adesso scappano. Letteralmente. Lasciano in fretta e furia l'automobile lussuosa nel parcheggio dell'aeroporto internazionale e si imbarcano sul primo aereo verso casa, pagando anche il biglietto. A Dubai la legge non tollera debitori che non riescono a pagare e li condanna al carcere. Non si scherza.
Allo stesso tempo, altri emirati galleggiano in buona salute: è il caso di Abu Dhabi, che molti già considerano la Dubai del futuro. E' il caso di altri stati, come il Qatar o il regno del Bahrain, che continua il proprio sviluppo, basato su finanza più lungimirante e su una oculata scelta degli investimenti permessi dall'alto prezzo del petrolio fino a pochi mesi fa.

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