lunedì 11 dicembre 2006

Google, radio e pubblicità

Ero ieri ad ascoltare una piacevole chiacchierata dal titolo "BLOG, COMUNICAZIONE E MEDIA", iniziativa rientrante nel convegno "Più Blog", a sua volta affollata sezione di "Piu' libri, più liberi", la fiera della piccola e media editoria chiusasi ieri a Roma.
Lungo discorrere su comunicazione, cambiamenti nella fruizione dei contenuti, paradigmi culturali da ri-stabilire per apprezzare le “nuove” (“ma sono ancora nuove?” Si domandava un relatore) tecnologie. Uno degli interventi più interessanti, qui brevemente riassunto, frutto della fervida mente e passione dell’amico Antonio (qui e qui i suoi podcast), mi ha particolarmente interessato e spinto a sapere qualcosa in più del rapporto tra web e radio.
La capacità tecnologica, ma soprattutto la visione finanziaria e l’impostazione di business del duo Googliano, ha generato un interessante esperimento. L’esigenza di conciliare quella che è una sorta di Spectre dell’on-line advertising con la radio ha portato Google a sviluppare nuovi canali per vendere annunci pubblicitari. Il passaggio chiave è il seguente:

Analysts expect Google Audio Ads to shake up the $20 billion annual US radio advertising industry by offering a simplified Web-based purchasing process for radio ads to its existing base of hundreds of thousands of text advertisers.

Inutile dire dell’elevato – e scontato, direi – grado di profilazione e sofisticazione della gestione dell’annuncio pubblicitario. Il sistema è ancora in versione beta, ma c’è da scommettere su una futuro lancio in grande stile.
Che cosa c’entra tutto questo con il lavoro di Antonio? Immaginate la sua idea fintamente rivoluzionaria gestita dalla potenza d’urto di Google e degli operatori televisivi (e non solo) satellitari.

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