sabato 5 gennaio 2008

Più libri (ma non solo) per Amazon, meno caffè per Starbucks


Le raccomandazioni degli analisti per gli acquisti in Borsa negli USA. Amazon va bene, Starbucks no.
Amazon sfrutta a dovere, e dovrebbe continuare a farlo nel 2008, un ottimo marchio ed efficaci programmi di fidelizzazione.
Starbucks, come gli accidentali lettori di questo blog sanno (qui, l'ultimo post in materia), sconta difficoltà economiche non totalmente proprie: è difficile pagare 3 o 4 dollari un semplice caffè quando tutto intorno la crisi dei mutui ha creato molti nuovi poveri. L'esperienza sensoriale non può pagare sempre. Così come il fascino originale evapora, disperso tra prestigiosi accordi di co-marketing con Apple e PaulMcCartney o nuovi servizi di pasti caldi (!). Malattia da gigantismo, ma i fondamentali economici sono solidi e i titoli invece talmente bassi che è difficile non pensare a un recupero nel medio-lungo periodo. Insomma, palati forti per poche gocce di caffè.

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