sabato 23 giugno 2007

Il caffè agita i sonni di Starbucks


Il titolo continua a precipitare nonostante le belle parole spese dagli esteti del "quanto è fico il titolo SBUX": quest'articolo dimostra come "Starbucks è bello, Starbucks è buono" e la chiude nell'ormai classica vittoria dell'esperienza piuttosto che del prodotto, spiegando i trucchi per vendere un cappuccino a 5 (dico 5) dollari. I fatti, nudi crudi e pertanto indigesti, dicono che nell'aprile del 2006 il prezzo di un'azione Starbucks toccava i 39,63; oggi il titolo chiude a 25,54, i minimi da due anni e mezzo ormai. Dallo scorso mese di ottobre una perdita del 33%. Che cosa succede? I costi delle materie prima aumentano e i margini si assottigliano proprio mentre la lenta crescita del volume delle vendite non può compensare. Certo, il costo del lavoro e degli immobili ci mette il carico; se poi aggiungiamo anche una concorrenza particolarmente agguerrita, il gioco al massacro è servito. La tempesta potrebbe non essere finita: qualche investitore si domanda se non sia il caso di rientrare negli acquisti, ma il titolo ha ancora un multiplo di 30 volte gli utili attesi. Un'enormità, anche per colossi come Starbucks.
Intanto, qualche insight da un ex-barista della catena di Seattle non guasta.

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page