Letture agostane, appunti confusi e velleità sociologiche
Durante questo mese ho letto molto, scritto nulla e riposato abbastanza. Adesso cerco di tirare le fila di appunti confusi raccolti bulimicamente, con associazioni logiche che sfidano i più arditi voli pindarici.
Il post di Luca.
Il made-in-Italy si suicida e affonda lentamente con la sua media mediocrità. C'è molto frittume ritrito che deborda come la ciccia dai pantaloni a vita bassa. Un esempio forse banale, da indagine sociologica da marciapiede: all'estero trovo gente vestita mediamente meglio che in Italia. L'avremmo mai detto soltanto dieci anni fa? Persino in Germania o in Portogallo, il passeggio nei centri cittadini è meno volgare e più educato. Se passiamo a competenze ed eccellenze, poi, si scopre che a Vienna esiste un polo museale che raccoglie esperienze creative, le più varie, ma non basta. Avranno pensato: musei aperti all'esperienza sensoriale dei bambini, ristorantini con wi-fi gratuito da cui scaricare i programmi aggiornati delle manifestazioni, “temporary shops” dedicati alle mostre in corso, non bastano, no, non sono sufficienti. Hanno allora creato un vero e proprio incubatore di cultura digitale, fashion e design, dove estro, fantasia e talento possano convivere e, udite udite, produrre profitti. Insomma, loro il made-in-Austria mica ce l’avevano, l’hanno creato.
Le bufale di Tavaroli.
Interessante la ricostruzione di Giuseppe Oddo sul parlo-non parlo-parlo a vanvera dell’ex capo della sicurezza di Telecom Italia. Agisce per conto proprio? È un burattino governato da altri (alti) poteri? Chi è il vero bersaglio delle sue dichiarazioni? Soltanto la dietrologia possibilmente deviata spiega la storia: se ne riparlerà nei prossimi anni, magari quando qualche protagonista sarà morto.
Letture romanzate.
Tra le altre, romanzi gialli che segnano un momento storico, che si insinuano violentemente nell’idea di una società moralmente sbrindellata.
Il corruttore, di Ugo Barbara, è un avvocato piazzista di mazzette di altissimo bordo, bravo, bravissimo, anche fine psicologo per la capacità che ha di introdursi nelle vite degli altri per carpirne i punti deboli e colmarne le lacune riempiendole di denaro, possibilmente riciclato o da riciclare.
Così si dice, di Francesco Abate, è un’altra di lezione di cinismo sociale, di raccomandazioni, speculazioni, corruzioni, lotte di potere. Niente male, è un romanzo, ma così realistico.
Assoluzione, di Antonio Monda, parla ancora di avvocati penalisti alle prese con il problema di difendere imputati indifendibili. Una lezione di deontologia forense, ma, ancora di più, un viaggio nella cultura del foro napoletano, una continua e profonda indagine del sé e la ricerca, tanto per gradire, di una brillante carriera ricca di soldi.
Alberoni, Bauman e Augè.
21 luglio scorso, lunedì, è il giorno di Francesco Alberoni sul Corsera. Ogni settimana ci delizia con articoli e digressioni imperdibili. Mi ero ritagliato (s’, con le forbici, dalla versione cartacea) l’articolo. Questa volta parla di società liquida, concetto già introdotto da Zygmunt Bauman, sociologo filosofo polacco, che le scatole le ha già un pochino rotte con la sua vita liquida, il suo amore liquido, la sua paura liquida, la sua modernità liquida, ecc. Un po’ come Marc Augè, del quale si ritrovano tracce su Nova del 18 luglio, dove si parla di “non luoghi” e di web. A me viene in mente Maradona che a 50 anni continua a far vedere quanto è bravo nel palleggio da foca al circo acquatico. Tutto già visto.
Il post di Luca.
Il made-in-Italy si suicida e affonda lentamente con la sua media mediocrità. C'è molto frittume ritrito che deborda come la ciccia dai pantaloni a vita bassa. Un esempio forse banale, da indagine sociologica da marciapiede: all'estero trovo gente vestita mediamente meglio che in Italia. L'avremmo mai detto soltanto dieci anni fa? Persino in Germania o in Portogallo, il passeggio nei centri cittadini è meno volgare e più educato. Se passiamo a competenze ed eccellenze, poi, si scopre che a Vienna esiste un polo museale che raccoglie esperienze creative, le più varie, ma non basta. Avranno pensato: musei aperti all'esperienza sensoriale dei bambini, ristorantini con wi-fi gratuito da cui scaricare i programmi aggiornati delle manifestazioni, “temporary shops” dedicati alle mostre in corso, non bastano, no, non sono sufficienti. Hanno allora creato un vero e proprio incubatore di cultura digitale, fashion e design, dove estro, fantasia e talento possano convivere e, udite udite, produrre profitti. Insomma, loro il made-in-Austria mica ce l’avevano, l’hanno creato.
Le bufale di Tavaroli.
Interessante la ricostruzione di Giuseppe Oddo sul parlo-non parlo-parlo a vanvera dell’ex capo della sicurezza di Telecom Italia. Agisce per conto proprio? È un burattino governato da altri (alti) poteri? Chi è il vero bersaglio delle sue dichiarazioni? Soltanto la dietrologia possibilmente deviata spiega la storia: se ne riparlerà nei prossimi anni, magari quando qualche protagonista sarà morto.
Letture romanzate.
Tra le altre, romanzi gialli che segnano un momento storico, che si insinuano violentemente nell’idea di una società moralmente sbrindellata.
Il corruttore, di Ugo Barbara, è un avvocato piazzista di mazzette di altissimo bordo, bravo, bravissimo, anche fine psicologo per la capacità che ha di introdursi nelle vite degli altri per carpirne i punti deboli e colmarne le lacune riempiendole di denaro, possibilmente riciclato o da riciclare.
Così si dice, di Francesco Abate, è un’altra di lezione di cinismo sociale, di raccomandazioni, speculazioni, corruzioni, lotte di potere. Niente male, è un romanzo, ma così realistico.
Assoluzione, di Antonio Monda, parla ancora di avvocati penalisti alle prese con il problema di difendere imputati indifendibili. Una lezione di deontologia forense, ma, ancora di più, un viaggio nella cultura del foro napoletano, una continua e profonda indagine del sé e la ricerca, tanto per gradire, di una brillante carriera ricca di soldi.
Alberoni, Bauman e Augè.
21 luglio scorso, lunedì, è il giorno di Francesco Alberoni sul Corsera. Ogni settimana ci delizia con articoli e digressioni imperdibili. Mi ero ritagliato (s’, con le forbici, dalla versione cartacea) l’articolo. Questa volta parla di società liquida, concetto già introdotto da Zygmunt Bauman, sociologo filosofo polacco, che le scatole le ha già un pochino rotte con la sua vita liquida, il suo amore liquido, la sua paura liquida, la sua modernità liquida, ecc. Un po’ come Marc Augè, del quale si ritrovano tracce su Nova del 18 luglio, dove si parla di “non luoghi” e di web. A me viene in mente Maradona che a 50 anni continua a far vedere quanto è bravo nel palleggio da foca al circo acquatico. Tutto già visto.
Etichette: corruzione, letture, romanzo, sociologia