lunedì 16 luglio 2007

Vendere cibi adulterati non sarà più reato


Preoccupante ipotesi prospettata dalle pagine del Corriere della Sera: la depenalizzazione per la distribuzione e la vendita di cibi adulterati. In un mondo in cui la contraffazione alimentare produce profitti enormi e spesso sconosciuti all'opinione pubblica, gli specifici uffici preposti del Ministero della Salute propongono un nuovo Codice della sicurezza alimentare che depenalizza, appunto, la stragrande maggiorparte degli atti criminosi legati all'adulterazione dei cibi.
Eppure non si può negare che l'adulterazione sia un'attività in costante aumento: le poche forze destinate a combatterla non possono certo competere. Adesso, non sarà più a disposizione neanche l'arma, finora molto saggiamente utilizzata, del sequestro preventivo.
Diventa ancora più attuale quindi la lettura di un libro interessantissimo di Carlotto e Abate, a metà fra il giallo e la denuncia del mondo della sofisticazione alimentare: nessuno si salva, gli scrupoli non esistono, i danni sono maggiori - forse - addirittura di quelli della droga. Il romanzo, in quanto tale, è verosimile, non vero.
Vero e reale, purtroppo, è il terzo rapporto sulle frodi alimentari in Italia (scaricabile qui in formato pdf), a cura del Movimento Difesa del Cittadino e di Legambiente. E' datato un anno fa, ma la sua lettura, per quanto non facilitata dalle 71 pagine che lo compongono, illustra una serie di incubi del quotidiano: dal pitone putrefatto in un ristorante cinese allo scandalo del latte con ITX, dal famoso smercio di uova marce al traffico di grano contaminato da sostanze cancerogene, dall'acqua minerale stoccata al sole in recipienti di plastica a carni conservate in locali senza agibilità o bovini/ovini senza certificato di identità e non sottoposti al piano di risanamento per le malattie infettive.
La lettura è lunga e, purtroppo, istruttiva.

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