I cinesi sbattono contro il muro indiano
La storia è la solita. I cinesi cercano di investire fuori dai propri confini (ampi), possibilmente in settori strategici. È il caso dei porti indiani. Il governo di Delhi ha però risposto picche: la HPH (Hutchison Port Holdings) di Hong Kong, il più grande operatore portuale al mondo, si è vista chiudere le porte in faccia. Eppure era in ballo un doppio affare per la costruzione di terminals per container a Mumbai (Bombay) e a Chennai. La storia sembra riprendere quanto già avvenuto a New York e Philadelphia dove la Dubai Ports, che aveva intenzione di acquisire la gestione dei relativi porti, ha dovuto cedere alle prese di posizione USA. Anche in India, guarda il caso, si è parlato di “security concerns”.
Questo benedetto mito della globalizzazione non sempre è vincente.
Questo benedetto mito della globalizzazione non sempre è vincente.
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