martedì 30 gennaio 2007

La Turchia in fumo

La British American Tobacco (BAT) sta per mettere sul piatto del governo turco un miliardo di dollari per l'acquisto della Tekel, la società di Stato produttrice e distributrice di sigarette. La BAT, secondo colosso nel mondo del tabacco dietro la Philip Morris, cerca di recuperare terreno nelle quote di mercato in Turchia (settimo consumatore al mondo di tabacco), dove raccoglie soltanto l'8% contro il 42% della Philip Morris. La conquista della Tekel, che porterebbe in dote il 40% del mercato turco, consentirebbe il sorpasso.

Il saporitissimo export della cucina indiana

A Dubai, nuova mecca del turismo di lusso e dei commerci più vari, si terrà a metà febbraio la fiera dei prodotti alimentari. L'India si presenta come il paese più importante per l'import di tali prodotti, per un valore di 3 miliardi di dollari USA.

Cipro e Turchia ai ferri corti

Banali questioni nazionaliste? Certo che no: parliamo di petrolio. Il governo greco-cipriota dell'isola ha infatti firmato un accordo con il Libano, dirimpettaio, utile per un migliore sfruttamento di eventuali riserve petrolifere. Il governo turco-cipriota reagisce con veemenza. In gioco 400 miliardi (stimati) di crude oil in fondo al mare.

... un inglese invece scommette su Macao

Richard Branson, il vulcanico imprenditore inglese, decide di investire anche lui nel gioco d'azzardo, ma a Macao. L'intento è sviluppare un centro del valore di ben tre miliardi di dollari, interamente dedicato al gioco . Il problema maggiore sembra essere la licenza, i soldi di certo non mancano a Branson. Sarà piuttosto difficile anche per lui ottenerne una in proprio, ma può sempre contare - la legge locale lo permette - su possibili alleanze con qualcuno dei maggiori magnati del gioco d'azzardo, già presenti con una propria licenza a Macao.

A Manchester il primo super-casinò britannico


Il business del gioco d'azzardo è sempre in fiore. Soltanto qualche giorno fa si sottolineava l'effervescenza di un settore che vede Macao superare Las Vegas. Ora tocca alla Gran Bretagna, che ha intenzione di giocare forte e piazzare un bel colpo. La notizia viene da Apcom via Dagospia (leggibile gratuitamente soltanto per pochi giorni).
"Il Casino Advisory Panel ha assegnato alla città di Manchester la licenza per costruire il primo mega casinò britannico in stile Las Vegas. Manchester ha vinto la concorrenza di altre città, in precedenza ritenute favorite, come Blackpool o la stessa Londra. La costruzione del mega casinò, aperto 365 giorni l'anno e che offrirà tra l'altro slot machine con jackpot illimitati, prevede investimenti governativi per circa 400 milioni di euro. A favorire la decisione della commissione aggiudicatrice sono stati diversi fattori: l'impatto sociale sulla disoccupazione cittadina (il 4% su una popolazione di 2,6 milioni), le prospettive di sviluppo per l'intera area e la determinazione delle autorità locali. La struttura, che entrerà di certo nelle mire dei più grossi gruppi internazionali del mondo dei casinò, verrà costruita nella parte est di Manchester, avendo come base le costruzioni edificate in occasione dei Commonwealth Games del 2002. Paddy Power, bookmaker irlandese, offriva scommesse sulla città di Manchester come assegnataria della mega sala da gioco a 16 volte la posta. Sulla città patria dei "Red Devils" sono però state effettuate solo otto scommesse, mentre la maggior parte delle puntate si era riversata su Blackpool e Londra."
Per chi vuole dettagli in inglese, il pezzo dal sito della BBC è, come sempre, un esempio di concisione e informazione. Informazioni di supporto, sempre dalla BBC, in un pezzo dell'agosto 2006.

lunedì 29 gennaio 2007

L'acqua minerale più bevuta negli USA


Anche negli USA aumenta la passione per l'acqua minerale, in particolare va di moda quella che proviene dalle isole Fiji. Peccato che il prezzo sia quasi otto volte quello della benzina. L'avventura imprenditoriale nasce nel 1996 grazie a un ricco canadese che sfrutta le manie dei ricchi americani in vacanza in una delle sue isole nell'arcipelago, appunto, delle Fiji. I 180 milioni di bottiglie vendute l'anno scorso devono molto alla pubblicità, all'esotismo e a un accorto product placement in alcune delle più seguite serie tv ("Desperate housewives" e "Sex and th city", per esempio).

Piccole aziende USA alla conquista della Cina

Persino gli USA, paese individualista per eccellenza in campo economico, fa sistema e aggrega imprese per vendere prodotti e servizi in Cina. Un portale aiuta infatti piccole e medie imprese a canalizzare i loro sforzi e a far viaggiare spediti le loro mercanzie verso il colosso asiatico. Il risultato è dovuto all'incontro tra un professore universitario, un esperto di marketing e un web engineer. Ci vuol poco, no?

Compreremo un panino al ferramenta?


Spulciando tra i quotidiani on-line, trovo un giornale di Seattle dal simpatico nome di "Seattle Post-Intellingencer" e, soprattutto, un interessante articolo sul futuro della vendita di generi alimentari. Abituati al passaggio dalla piccola bottega al grande supermercato, dovremmo prepararci ora a un panorama di vendita al dettaglio in cui quasi ogni negozio, supermercato o rivenditore di generi non alimentari, ritaglierà al proprio interno uno spazio per la vendita di questi prodotti. Tutto questo è dovuto al cambiamento delle abitudini dei proprietari degli esercizi commerciali e dei consumatori. Il risultato è che entro il 2010 meno della metà del milione di miliardi di dollari del settore verrà dai negozi tradizionali; il resto sarà ricavato da esercizi economici che con il vecchio negozio di alimentari non avrà niente a che vedere.

domenica 28 gennaio 2007

I costi del roaming

"Eppur si muove", verrebbe da dire. Chissà se non sarà la volta buona che i costi di roaming, odiosi ed elevatissimi (meglio, elevatissimi e odiosi), possano calare drasticamente. Qui, un articolo dell'International Herald Tribune, che spiega le manovre europee sull'argomento. La guerra è fra le esigenze pro-consumatori del commissario UE per le telecomunicazioni, da una parte, e gli istinti predatori delle telco europee, dall'altra. Queste ultime, però, sembrano cedere qualcosa. Speriamo bene.

Tecnologia e rapporti umani

Sulla rubrica settimanale dell'Economista Mascherato, troviamo un interessante pezzo sul valore delle tecnologie e sull'incomprimibile e perdurante necessità di continuare a incontrarsi fisicamente per capirsi meglio con gli altri esseri umani. Non è una contraddizione, ma il semplice corollario di un teorema che non teme smentite: la tecnologia non riuscirà a diminuire l'importanza di guardarsi negli occhi.

L'avvenenza paga sempre, e bene


E' scandalo negli USA perchè una delle videogiornaliste più famose, guardate e pagate, Maria Bartiromo, è accusata dall'opinione pubblica di aver usufruito di viaggi gratis e di altre facilitazioni grazie agli ottimi rapporti intrattenuti con uno dei capi della Citigroup, Todd Thomson. Quanto avvenuto è doppiamente grave se si considera che la Bartiromo si occupa di economia e finanza sulla rete CNBC. La giornalista avrebbe utilizzato per ben sei volte il corporate jet della Citigroup e stretto alcuni rapporti consulenziali grazie alla sua amicizia con l'alto dirigente. E' ancora aperto, e in dubbio, l'eventuale rapporto sentimentale tra i due.
Immaginate dove potrebbero arrivare le meteorine di Fede?

Anche l'Economist su Macao

Anche l'Economist pubblica nella sua ultima edizione un approfondito pezzo sull'ascesa di Macao al primo posto mondiale nella classifica delle città "d'azzardo". Mi sembra giusto inserire anche questo link, dopo aver segnalato - nel post qui sotto - l'articolo del new York Times.

mercoledì 24 gennaio 2007

I casinò di Macao sbancano Las Vegas

Il predominio di Las Vegas nel gioco d'azzardo è ormai caduto a favore di Macao. L'ex colonia portoghese, territorio cinese dal 1999, ha infatti surclassato ormai la mecca del gioco d'azzardo e non smette di crescere. Seguendo proprio l'esempio della città del Nevada, Macao ha sviluppato non soltanto tavoli da gioco, ma anche un turismo di qualità, con grandi alberghi, enormi investimenti, infrastrutture. Insomma, una replica in salsa cinese delle fortune di Las Vegas. Il vantaggio di essere l'unica località cinese dove il gioco d'azzardo è legale, la liberalizzazione dei viaggi all'interno del paese e la maggiore disponibilità economica hanno fatto il resto. Soltanto nel 2006 il fatturato del gioco d'azzardo è salito del 22% e raggiungerà gli 8 miliardi di dollari nell'anno corrente. Numeri che hanno già attirato anche i più grandi investitori statunitensi del settore. Chi è diventato grande a Las Vegas (quella originale), sta per diventarlo - o lo diventerà presto - anche a Macao: Sheldon Adelson, Steve Wynn and Kirk Kerkorian hanno già investito miliardi di dollari.
La prima domanda che mi viene in mente è: quale sarà, magari tra venti o trenta anni, la prossima città culla del gioco d'azzardo?

martedì 23 gennaio 2007

Il succo d'arancia congelato

Appartengo alla numerosa schiera di fan del film "Una poltrona per due", che ormai purtroppo viene assegnato in tv a un target familiar-natalizio. La lezione che se ne può trarre, invece, oltre la solita storia americana del "tutto è possibile", è la scoperta del mondo delle commodities, in particolar modo del succo d'arancia. In quest'articolo, un interessante e professionale disamina del commercio del succo d'arancia, del riflesso delle gelate degli scorsi giorni in California, sul ruolo degli agricoltori e sulle oscillazioni dei prezzi.

Politica e hedge fund

Sul sempre salace e spesso irriverente Slate, l'ennesimo pungente articolo di Daniel Gross. Questa volta è Madeleine Albright l'oggetto di attenzione: più che la persona, in realtà è la sua "money machine", ovvero un hedge fund appositamente creato da lei con soldi che qualcuno (nel caso, un fondo pensioni olandese) ha pensato bene di far meglio fruttare grazie al nome altisonante del partner.
Nell'articolo c'è anche un lungo elenco di politici americani che hanno segnato la via o semplicemente seguito la moda. Immaginate come si potrebbe tradurre in Italia una simile corsa all'hedge fund?

I veri vincitori delle grandi fusioni

Ennesima dimostrazione che l'editto del '700 della marina napoletana "facimmo ammuino" è sempre valido nel settore della finanza. La primavera scorsa, l'annuncio della fusione tra due colossi del mondo ICT quali Lucent e Alcatel ha fatto scrivere fiumi e fiumi di parole. A distanza di quasi un anno dalle nozze, i profitti per la società scompaiono e il titolo perde il 10% alla borsa di Parigi, dove è quotato. Perde la società, perdono gli azionisti (soprattutto i "cassettisti", che hanno mere velleità di investimento e non di controllo), perdono i dipendenti. Intanto le ricchissime parcelle di banche e avvocati d'affari sono state pagate.

La pillola blu non tira più su

La Pfizer, la multinazionale farmaceutica americana produttrice del famosissimo Viagra, ha annunciato il taglio di ben 10.000 posti di lavoro. Saranno chiusi due siti produttivi, cinque centri di ricerca e la forza di lavoro europea sarà ridotta del 20%. La società individua nella scadenza dei brevetti e nella conseguente erosione del mercato ad opera dei farmaci generici la causa principale delle drastiche misure.
Gli analisti ritengono che alcuni dei maggiori competitor, quali Merck, Bayer e Glaxo, seguiranno presto le orme della Pfizer nel perseguire le medesime misure.

domenica 21 gennaio 2007

Dimenticanza

Tra le letture abituali del fine settimana, ho dimenticato di citare due rubriche che compaiono sul Financial Times. Innanzitutto la rubrica di Tim Hartford, autore di un godibilissimo libro, sempre alla ricerca delle motivazioni economiche che sono dietro ogni nostra azione; e poi quella di Mrs. Moneypenny, una simpatica signora con un passato lavorativo nella finanza londinese che narra di storie leggiadre tra un viaggio intercontinentale e l'altro.

Selezione di notizie

Selezione di notizie dai media del fine settimana che mi hanno sfiziosamente interessato.
La Sarbanes-Oxley (SOX, in gergo), la legge anti-frode varata negli USA dopo gli scandali Enron e Worldcom, scontenta sempre più gli addetti ai lavori. In quest'articolo, si mette addirittura in dubbio la reale efficacia del business delle aziende della Silicon Valley, costrette a lavorare con pesi che ne minano la necessaria flessibilità e quasi le strangolano.
La Svizzera è sempre alle prese con l'argomento focale della sua esistenza: le tasse. Sempre più messa nell'angolo da un'Unione Europea che, a detta degli elvetici, favorisce invece altri paesi, gli svizzeri hanno paura di perdere i ricchi che abbondano sulle rive dei suoi laghi. L'articolo linkato è di un sito giordano (sono tanti gli arabi che affollano le banche svizzere), ma ne parla anche l'International Herald Tribune.
Brutta notizia per i dipendenti della Motorola. 3500 è il numero dei tagli che colpiranno la società, che a fronte di una aumento delle vendite, subisce un calo "disappointing" dei profitti nell'ultimo quarto. Qui, qualche numero in più.
Altro tema caldo: la Cina e l'ambiente. Avevo già segnalato qualche mese fa l'interesse crescente del colosso asiatico per le energie che tutelano l'ambiente. Ci ritorna su l'International Herald Tribune, descrivendo gli investimenti della Cleantech:
"From June 2005 to June 2006, American venture capitalists put $100 million into China-based start-ups focused on alternative energy, double the investment in the period a year earlier, Cleantech China said."
Rimaniamo in Cina, per parlare di tangenti. Insieme al business, cresce anche il mercato di chi, in posizioni chiave, intende approfittare dello sviluppo. E' notizia di venerdì, ripresa anche dall'IHT, che alcune grandi società quali McDonald's, Whirlpool, McKinsey & Co. and ABB, hanno pagato funzionari pubblici per chiudere contratti e ottenere forniture.
Infine, un lungo articolo per riassumere i rapporti tra calcio e finanza in Inghilterra. Nonostante i fallimenti economici, il ritorno di immagine e un gusto a volte eccessivo per le sfide porta sempre più finanzieri e imprenditori a investire nel pallone. Verrà il giorno in cui questo business sarà trattato come gli altri?

giovedì 18 gennaio 2007

Segui il denaro e avrai un cielo più pulito


Quando, ormai quasi venti anni fa, studiavo l'analisi economica del diritto sui "sacri" testi di Calabresi e Posner, pensavo a questa materia come qualcosa di estremamente futuribile e difficilmente valutabile nella vita economica di ogni giorno. Con gli anni venne Kyoto e il suo famigerato protocollo, e poi il commercio dei diritti a inquinare (una sorta di borsa dei gas venefici).
In termini di concretezza, sembra che qualcosa possa cambiare. E la notizia viene addirittura dagli USA, il maggior inquinatore del pianeta. Associazioni non necessariamente e sfrenatamente ambientaliste mostrano la via: seguire la puzza del denaro per arrivare al cadavere. Il Ceres, gruppo no-profit impegnato – tra l’altro - nella valutazione dell’impatto ambientale dell’attività bancaria (!), rileva che presto i finanziamenti che le banche accordano a progetti industriali destinati a inquinare, affronteranno difficoltà sempre maggiori, sia in termini di immagine che di ritorno sugli investimenti.
Tutto nasce dal progetto di un impianto del costo di 11 miliardi di dollari ad opera della Texas Utility Corp. in Messico. Il ritorno di tale attività, in termini di inquinamento atmosferico, è davvero elevato. I finanziamenti sono arrivati, ma le battaglie future lasciano prevedere esiti diversi.
La Bank of America ha preferito rimodulare il proprio portafoglio di investimenti, riducendo del 7% la quota nei progetti con grosse quantità di emissione di gas. Banche olandesi, come Rabobank e Finance for Development, non investono in progetti inquinanti. Ben quarantacinque banche hanno siglato un memorandum d’intesa (Equator Principles) sulla necessità di valutare anche i principi di salvaguardia ambientale nelle scelte finanziarie.

mercoledì 17 gennaio 2007

Dio salvi le mazzette

Sembra essere l'ultimo inno in voga in Inghilterra, dove un'indagine dell'OCSE (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) alla ricerca di prove di tangenti pagate dalla BAE Systems alla famiglia reale saudita è stata bloccata dal governo. Le tangenti sarebbero state pagate per ottenere una fornitura di 72 jet Eurofighter del valore di oltre 15 miliardi di euro.
Il link sopra reindirizza a un sito turco, ma la fonte è la più affidabile Afp.

martedì 16 gennaio 2007

Starbucks alla ricerca di novità


I bar della catena Starbucks di Detroit cominceranno giovedì 18 a vendere il paczki, tipica ciambella di origine polacca particolarmente diffusa nell’area della città abitata da ebrei. Il dolce viene preparato nel periodo di carnevale. Per soli 95 centesimi ci si può comprare un vero serbatoio di calorie. Per il martedì “grasso”, non a caso, la catena venderà anche scatole da sei.
Sembra essere, questa, l’ennesima dimostrazione dell’attivismo esuberante di Starbucks, che continua a inanellare ottimi risultati commerciali. In pratica, la dimostrazione dell’inno di alcuni guru della consulenza: “think global, act local”.
Ennesimo frutto dell’ipercinetismo di Starbucks, l’apertura nel corso del 2007 dei primi bar della catena in India. Il governo indiano tergiversa un po’, ma alla fine
l’affare si farà. Il colosso americano ha progetti anche in Russia, Cina, Egitto e Brasile.
L’attivismo di Starbucks si spiega anche con un mercato in vera e propria ebollizione. L’italiana Illy cerca spazio negli USA e compra pubblicità sul New York Times con il progetto di aprire 500 punti vendita “Espressamente”; produttori colombiani mirano allo stesso ricco mercato con l’apertura di una catena di caffè-bar. Qui qualche interessante dato in più sulla situazione italiana. Qui, invece, per i più curiosi, i dati sui contratti futures quotati alla borsa di New York.

Medici USA a lezione di “bella scrittura”

Una volta, alle scuole elementari, insegnavano a scrivere “in bella” per curare l’aspetto estetico della scrittura finalizzato ala migliore leggibilità. Tutti sappiamo che i medici hanno saltato le elementari e imparato a scrivere in piedi su un autobus lanciato nel traffico urbano. Negli USA qualcuno si è preso la briga di “pesare” la pessima grafia dei medici: ne è risultato che 7000 persone muoiono ogni anno a causa dell’errata interpretazione da parte dei farmacisti delle prescrizioni mediche.
Ovviamente questa lacuna ha scatenato un business. Le aziende fornitrici di tecnologie (da Dell a Google a Aetna) hanno sviluppato software appositi per l’utilizzazione via web e palmari specifici per la prescrizione di medicinali. Il fine ultimo è evitare di trovarsi in mano una prescrizione scritta a mano.
Anche le società assicuratrici hanno fiutato il business e offrono incentivi ai medici che usano le tecnologie per prescrivere.

lunedì 15 gennaio 2007

George Michael, ugola d'oro a Mosca


Il re del pop melodico inglese anni ’80 percorre la strada inversa rispetto a quella degli oligarchi russi che vedono in Londra la loro terra promessa. Il cantante di origine cipriota ha infatti cantato alla festa dell’ultima sera dell’anno organizzata da un magnate russo, Vladimir Potanin. Il costo per levarsi lo sfizio? 3,5 milioni di dollari per 75 minuti di show.
George Michael non è certo la sola star del mondo della musica in grado di strappare contratti milionari. Christina Aguilera per esempio è stata pagata 1,9 milioni per cantare soltanto tre canzoni. Chi ha staccato il corposo assegno? Ma naturalmente un altro miliardario russo, Andrei Melnichenko.

Muore il papà dei ramen


E’ morto due notti fa Momofoku Ando. Il nome forse non dice niente ai più, soprattutto nel mondo europeo. Si tratta dell’”inventore” della zuppa istantanea di noodles, ovvero di uno dei cibi più consumati nella parte più lontana dell’Asia e nel Nord-America. La sua vita di uomo d’affari comincia durante la seconda guerra mondiale, quando serve pasti caldi in mezzo alla strada. Il grande vecchio dei tagliolini comincia a fare sul serio nel 1948 costituendo una società destinata a diventare un colosso: la Nissin. Nel 1958 viene immesso sul mercato il pezzo forte della produzione, i Chicken Ramen (affiancato in seguito dalle Cup Noodle), che spopolano ovunque e conquistano anche gli USA, partendo dalla California. Oggi, la Nissin conta 29 società in undici paesi ed è quotata a Tokio ed Osaka, combattendo anche guerre finanziarie di tutto rispetto. In Giappone gli è stato dedicato, ancora in vita, un museo.

domenica 14 gennaio 2007

La questione Cisco/Apple si complica


Interessante possibile evoluzione del caso Cisco/Apple in relazione all'iPhone. Secondo un esperto in proprietà intellettuale e diritto dei marchi e brevetti, la posizione di Cisco potrebbe non essere così solida come appare. La società leader nelle strutture networking infatti avrebbe dimenticato di rinnovare il brevetto rinnovato nel 1999 ed "ereditato" nel 1996 da Infogear, acquisita nel medesimo anno. Cisco avrebbe potuto ovviare alla dimenticanza se avesse posto in commercio - prima della scadenza di sei anni dal 1999 - un prodotto con il medesimo nome. E qui viene il bello: Cisco ha allegato alla propria memoria difensiva una confezione di iPhone che sarebbe stata messsa per l'appunto in commercio in tempo per assicurarsi il rinnovo. Peccato che sulla confezione l'unico riferimento all'iPhone è in un adesivo malamente apposto sulla scatola (a destra nella foto).
Intanto, sul sito della società, fa bella mostra di sè una sezione sulla Linksys iPhone Family.